Articolo di un nostro oblato sulla Quaresima e la liturgia
Articolo di un nostro oblato sulla Quaresima e il digiuno
DUE RELAZIONI ALL’INCONTRO DEGLI OBLATI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE:
L’OBLAZIONE: IL SIGNIFICATO DI UN CAMMINO
Il termine “oblato” deriva dal latino e significa “offerto”: così vennero chiamati i ragazzi “offerti” a San Benedetto dai loro genitori perché fossero educati in Monastero.
Oggi, gli oblati sono laici, uomini e donne, che, rispondendo a una specifica chiamata, si legano ad una particolare comunità monastica, professando la Regola Benedettina, partecipando alla preghiera liturgica, ai momenti di formazione e offrendo un aiuto prezioso e qualificato alla famiglia monastica.
L’intenso e coinvolgente cerimoniale dell’oblazione, che si emette in pubblico durante la Messa, aggiunge ulteriori elementi a questo ritratto.
L’ oblato, dopo la lettura del Vangelo, chiede “la misericordia di Dio e la fraterna unione al Monastero” e si impegna ad “osservare gli insegnamenti della Regola di San Benedetto, per meglio vivere la vita cristiana come oblato, nel suo particolare stato di vita”.
L’oblato e la comunità monastica benedettina hanno un punto di riferimento costante, oltre al Vangelo, che li guidano: la Regola di San Benedetto, composta a Montecassino, tra il 530 e il 550 d.c.
È un testo che contiene capitoli di una modernità sconvolgente dopo quindici secoli dalla sua redazione, per la profonda conoscenza e attenzione alle dinamiche psicologiche che emergono dalle sue pagine.
Per il cammino spirituale preparatorio all’oblazione si approfondiscono i lineamenti essenziali della spiritualità benedettina, che, come riporta lo Statuto degli oblati, approvato nel 2000, “trovano espressione nei tre momenti della vita con i quali San Benedetto scandisce la giornata del Monaco: ascolto con meditazione della Parola di Dio, preghiera e lavoro “.
La riflessione si concentra in particolare sui valori della ricerca di Dio e della centralità di Cristo, del silenzio e dell’umiltà, dell’obbedienza e della moderazione, della comunione fraterna, della stabilità e dell’accoglienza.
L’ oblato entra a far parte di una specifica comunità monastica a un titolo ovviamente diverso da quello delle monache, ma con un legame spirituale che si qualifica anch’esso come stabile e istituzionale.
Si genera così un rapporto tra il singolo, il gruppo degli oblati e le monache che si consolida e porta ad un reciproco arricchimento.
La comunità monastica, in armonia con la sua tradizione e con le proprie caratteristiche, rende partecipe l’oblato della sua vita, condividendo momenti di preghiera e di approfondimento spirituale, mentre l’oblato, per quanto gli è possibile, mette a disposizione del Monastero il suo impegno concreto e le proprie capacità pratiche e/o intellettuali, con umiltà e discrezione.
Il contatto con gli oblati è una sorgente inesauribile di approfondimento e di dinamismo per il Monastero al quale offre una mediazione preziosa con il mondo esterno.
Il mondo esterno è la realtà nella quale l’oblato è immerso e dove è chiamato ad essere, con il suo stile di vita, testimone di Cristo: una testimonianza resa non con le parole, ma con i piccoli, grandi gesti di tutti i giorni, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nell’incontro con gli altri e nel rapporto con il Padre.
NOI, OBLATI DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO DI MILANO
Siamo un gruppo di circa cinquanta persone, di età ed esperienze di vita molto diverse, unite dal desiderio di approfondire la nostra fede attraverso la spiritualità di San Benedetto.
Il nostro cammino verso l’oblazione è stato piuttosto simile: molti di noi sono entrati per la prima volta nella suggestiva chiesa del Monastero indirizzati da qualche amico, qualcuno per cercare silenzio e introspezione, altri per curiosità.
Magari abbiamo assistito alla preghiera di Vespro delle 17.30, o alla Messa domenicale delle 10.30 e siamo stati colpiti dall’atmosfera di intenso raccoglimento, dalla bellezza delle voci, dal sorriso di una monaca.
Allora abbiamo chiesto un colloquio, abbiamo fatto domande, trovato risposte e una grande disponibilità all’ascolto.
Abbiamo conosciuto un ambiente accogliente e stimolante, nel quale si organizzano anche ritiri e incontri di cultura biblica e, per chi lo desidera, viene proposto il percorso di oblazione.
Accompagnati da una monaca, abbiamo approfondito la Regola con incontri a cadenza mensile, durante i quali spontaneamente si condividono riflessioni sulla propria esperienza di fede e, spesso, di vita.
La conoscenza reciproca si è rafforzata in occasione dei momenti di preghiera e delle Messe domenicali, per giungere poi all’ emozionante cerimonia dell’oblazione.
Il cammino però non termina certo a quel punto, ma anzi riparte con entusiasmo.
Da oblati ci si ritrova una volta al mese a leggere e commentare brani biblici o testi spirituali, a partecipare ai ritiri di Quaresima e di Avvento, al Convegno Annuale e anche a scambiare quattro chiacchiere e organizzare la visita ad un monastero benedettino sul lago o al mare!
E, durante un pranzo comunitario, un turno di portineria o di adorazione, ci si sente sempre più parte di una famiglia unita dalla fede e dalla gioia di essere fratelli e sorelle nel Signore.